Raccontarsi è un bisogno fondamentale. Bisogna raccontarsi per esistere. La nostra identità è soprattutto una identità narrativa: noi siamo il racconto di noi, il racconto di noi che è stato fatto
da altri e il racconto di noi che facciamo noi. E che rifacciamo continuamente, tutte le volte che ne abbiamo la possibilità.
Scrivere è fare un movimento: un movimento verso di sé o un movimento avverso di sé.
Scrivere di sé può essere entrambe le cose: si può scrivere per guardare e dire da vicino, si può scrivere per guardare e dire da lontano.
Scrivere di sé è come usare il microscopio, per rendere visibile ciò che è troppo, troppo piccolo. Per umanizzare l’infinitesimo.
Scrivere di sé è come usare il macroscopio, per rendere visibile ciò che è troppo, troppo grande.
Per comprendere la complessità. Scrivere di sé è cercare il piccolo nel grande e il grande nel piccolo.